mercoledì 26 giugno 2013

RIFLESSIONI SULLA REALIZZAZIONE SPIRITUALE

Riuscire a svolgere il proprio ruolo nel mondo, comprendere quale sia la nostra missione, avere la certezza che siamo venuti qui sulla Terra per uno scopo ben preciso. Queste le regole della realizzazione spirituale, le linee guida di un pensiero positivo che ci sostiene.

Seguendo il filo di queste convinzioni profondamente segnate nella nostra coscienza possiamo riappropriarci di un senso della vita che ci appartiene, che ci permette di sentirci tuttuno con il resto dell’Umanità e con l’Universo intero.
Non per tutti la via è semplice, apparentemente tutta l’organizzazione sociale e del mondo del lavoro sembra remare contro queste verità scolpite nel nostro inconscio più elevato. Le richieste diffuse di adeguarsi a dei modelli, di aderire a degli schemi di comportamento e di funzionamento delle dinamiche produttive fanno leva su altre parti di noi meno votate all’evoluzione e principalmente guidate dalle nostre paure inconsce.
In che modo superare le barriere che percepiamo fuori di noi, ma che sono il riflesso della nostra paura profonda di realizzare il nostro scopo?
L’autenticità, la sincerità, l’onestà verso noi stessi sono le prime fasi di un ritorno alle nostre radici più vere e profonde. Non avere timore di ammettere che non ci sentiamo idonei a regole che non ci corrispondono, non temere di riconoscere le pieghe del nostro scontento, non soffocare dentro di noi il bisogno di qualcosa di più grande, di più ispirato che ci ricollega con la matrice divina ed eroica del nostro essere.
Questo appello non vuole essere un incentivo alla lamentela inutile e reiterata così diffusa nelle abitudini relazionali del nostro tempo. Al contrario vuole invitare le persone a reinventare e creare un nuovo luogo di Luce dentro di Sé per poterlo espandere e dilatare verso la dimensione esterna e la realizzazione attraverso le nostre opere e il nostro agire quotidiano.
L’essenza di Luce che ci appartiene deve emergere dalle secche dell’immobilismo e dell’accettazione delle regole sociali. E dobbiamo riappropriarci del nostro potere creativo, prendendo coscienza fino in fondo che quelle stesse regole che ci tengono prigionieri non sono altro che una produzione compiuta da noi stessi o da persone come noi e non hanno alcun potere assoluto né sono esaustive di ogni possibile realtà esistente.

Altre sono le vie, diverse le possibilità e le opportunità che possiamo porre davanti a noi come obiettivo del nostro cammino. Esiste sempre un’alternativa idonea al nostro volere e alla nostra volontà e questa è la direzione che dobbiamo imboccare con Amore verso noi stessi e con Fiducia nel potere creativo della nostra stessa Anima di Luce.

In che modo accedere alle possibilità di trasformazione che hanno il potere di renderci liberi? La chiave di accesso al cambiamento si trova custodita nei desideri più brillanti e luminosi del nostro cuore. Non smettiamo mai di chiederci “che cosa voglio?”, “cosa desidero nel profondo del mio cuore?”, “che cos’è che veramente voglio che accada in questa circostanza?” Le domande sono l’esca per pescare nel lago profondo del nostro Amore le risposte di Luce e le soluzioni ai nostri problemi. Avere fiducia che queste si trovano dentro di noi e che è nell’interiorità profonda e meravigliosa che dobbiamo indagare per ritornare alla Luce ci libera e pian piano produce risultati. “Io ho la chiave” è il pensiero guida, l’affermazione che ci permette di collegarci con il nostro potere per esercitarlo.

Abbiamo il potere della Luce e della trasformazione del buio in Luce e siamo chiamati a farne esperienza.

Marina Diwan