Riuscire a svolgere il
proprio ruolo nel mondo, comprendere quale sia la nostra missione, avere la
certezza che siamo venuti qui sulla Terra per uno scopo ben preciso. Queste le
regole della realizzazione spirituale, le linee guida di un pensiero positivo
che ci sostiene.
Seguendo il filo di queste
convinzioni profondamente segnate nella nostra coscienza possiamo
riappropriarci di un senso della vita che ci appartiene, che ci permette di
sentirci tuttuno con il resto dell’Umanità e con l’Universo intero.
Non per tutti la via è
semplice, apparentemente tutta l’organizzazione sociale e del mondo del lavoro
sembra remare contro queste verità scolpite nel nostro inconscio più elevato.
Le richieste diffuse di adeguarsi a dei modelli, di aderire a degli schemi di
comportamento e di funzionamento delle dinamiche produttive fanno leva su altre
parti di noi meno votate all’evoluzione e principalmente guidate dalle nostre
paure inconsce.
In che modo superare le
barriere che percepiamo fuori di noi, ma che sono il riflesso della nostra
paura profonda di realizzare il nostro scopo?
L’autenticità, la sincerità,
l’onestà verso noi stessi sono le prime fasi di un ritorno alle nostre radici
più vere e profonde. Non avere timore di ammettere che non ci sentiamo idonei a
regole che non ci corrispondono, non temere di riconoscere le pieghe del nostro
scontento, non soffocare dentro di noi il bisogno di qualcosa di più grande, di
più ispirato che ci ricollega con la matrice divina ed eroica del nostro
essere.
Questo appello non vuole
essere un incentivo alla lamentela inutile e reiterata così diffusa nelle
abitudini relazionali del nostro tempo. Al contrario vuole invitare le persone
a reinventare e creare un nuovo luogo di Luce dentro di Sé per poterlo
espandere e dilatare verso la dimensione esterna e la realizzazione attraverso
le nostre opere e il nostro agire quotidiano.
L’essenza di Luce che ci
appartiene deve emergere dalle secche dell’immobilismo e dell’accettazione
delle regole sociali. E dobbiamo riappropriarci del nostro potere creativo,
prendendo coscienza fino in fondo che quelle stesse regole che ci tengono prigionieri
non sono altro che una produzione compiuta da noi stessi o da persone come noi
e non hanno alcun potere assoluto né sono esaustive di ogni possibile realtà
esistente.
Altre sono le vie, diverse
le possibilità e le opportunità che possiamo porre davanti a noi come obiettivo
del nostro cammino. Esiste sempre un’alternativa idonea al nostro volere e alla
nostra volontà e questa è la direzione che dobbiamo imboccare con Amore verso
noi stessi e con Fiducia nel potere creativo della nostra stessa Anima di Luce.
In che modo accedere alle
possibilità di trasformazione che hanno il potere di renderci liberi? La chiave
di accesso al cambiamento si trova custodita nei desideri più brillanti e
luminosi del nostro cuore. Non smettiamo mai di chiederci “che cosa voglio?”,
“cosa desidero nel profondo del mio cuore?”, “che cos’è che veramente voglio
che accada in questa circostanza?” Le domande sono l’esca per pescare nel lago
profondo del nostro Amore le risposte di Luce e le soluzioni ai nostri
problemi. Avere fiducia che queste si trovano dentro di noi e che è
nell’interiorità profonda e meravigliosa che dobbiamo indagare per ritornare
alla Luce ci libera e pian piano produce risultati. “Io ho la chiave” è il
pensiero guida, l’affermazione che ci permette di collegarci con il nostro
potere per esercitarlo.
Abbiamo il potere della Luce
e della trasformazione del buio in Luce e siamo chiamati a farne esperienza.
Marina Diwan
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